PREMIO AMMINISTRATORE DELL'ANNO 2024

L’attività di amministratore condominiale è in crescita, il mercato ha bisogno di molti professionisti della gestione immobiliare, le nuove opportunità date dalla legge di riforma del condominio, rendono sempre più residuale la gestione interna dei fabbricati, avvantaggiando la loro gestione professionale.

Il mercato chiede sempre più figure formate, specializzate ed aggiornate, in altre parole competenti.

Nella realtà l’attività di amministratore condominiale è un’attività molto complessa che impone competenze multidisciplinari.

La legge n°220 del  2012  ha rafforzato i caratteri professionali dell’attività, imponendo ai fini della nomina un titolo di studio e la frequenza di un corso di formazione e di aggiornamenti annuali, delineando nel complesso una figura professionale autonoma, dotata di una propria struttura  organizzativa, organizzata su uno studio, coadiuvata da collaboratori e da segretari, in grado di ricevere incarichi da vari condomini.

L’amministratore di condominio opera all’interno di una struttura organizzativa complessa, strutturata e multidisciplinare.

Avvalendosi tra l’altro della collaborazione di professionisti specializzati  a cui demandare le innumerevoli problematiche imposte dalla gestione immobiliare.


L’amministrazione di un condominio richiede competenze diverse.

L’amministratore deve affrontare quotidianamente circostanze complesse che richiedono puntuali conoscenze in ambito; giuridico, contabile, gestionale, tributario, tecnico e cognitivo.

L’amministratore di condominio oltre a dirimere rapporti interpersonali potenzialmente conflittuali ha un’altra funzione, gestire i servizi comuni e la manutenzione del fabbricato.

Nella gestione del bene l’amministratore, oltre ad amministrare il fabbricato e quindi pianificare e realizzare un’efficiente gestione e manutenzione del medesimo, guida coordina e controlla anche un patrimonio umano dato dai condomini.

Elemento fondamentale per acquisire la fiducia delle persone rimane innanzitutto la preparazione professionale.

Nella guida del bene amministrato, oltre a pianificare e realizzare un’efficiente gestione e manutenzione del fabbricato si necessita di coordinare e controllare anche un patrimonio umano, dato dai condomini.
Nella gestione di quest’ultimo si dovranno investire diverse strategie relazionali. Anche al fine di dirimere rapporti interpersonali potenzialmente conflittuali.

La professione di amministratore di condominio oltre a richiedere specifiche competenze giuridiche tecniche amministrative gestionali impone spiccate capacità relazionali,  in funzione delle interazioni quotidiane con i condomini.

Ogni singolo fabbricato gestito impone all’amministratore il confronto quotidiano con molte controparti, che, provengono da estrazioni sociali e culturali diverse ed alle quali giocoforza è obbligato ad applicare il sistema di regole, che, governa la convivenza condominiale.

L’amministratore nella sua attività quotidiane deve negoziare in modo continuativo, cercando una obiettiva valutazione tra cosa dare e su cosa cedere, al fine di ottenere un accordo vantaggioso per la collettività condominiale, che egli rappresenta e che confida nel suo operato.

Proprio per incentivare la competenza dell’amministratore di condominio il M.A.P.I. in collaborazione con altri partners attivi nella realtà condominiale, promuove annualmente un premio dedicato all’amministratore di condominio dell’anno.

Il concorso presupporrà la redazione di un progetto che analizzi e sviluppi un tema della gestione immobiliare in modo innovativo condiviso e consapevole.

l progetti saranno giudicati da un comitato scientifico composto dai migliori esperti in materia condominiale, che individuerà l’amministratore di condominio dell’anno.

La selezione è riservata a tutti gli amministratori di condominio in regola con le prescrizioni del Decreto Ministeriale n°140 del 13 agosto 2014.

Il premio finale consisterà in una serie di utilità professionali.

Per l’anno 2024 l’amministratore di condominio candidato  dovrà elaborare ipotetico progetto, da applicare in un condominio amministrato, al fine di  favorire l’empatia tra i condomini.

Appare necessario inserire nella formazione dell’amministratore di condominiopercorsi di alfabetizzazione emotiva, al fine di favorirne lo sviluppo delle competenze emotive.

L’attitudine a conoscere e regolare le proprie emozioni, l’attitudine a riconoscere l’emozione altrui e a empatizzare con il prossimo, la capacità di gestire una comunicazione emotiva verbale e non verbale appropriata sono competenze trasversali indispensabili.

Per acquisire ambienti di lavoro sereni ed efficaci e per garantire un approccio consapevole alla vita condominiale.

Per competenza emotiva è da intendersi la capacità di identificare le emozioni, regolarle, comunicarle efficacemente nelle varie situazioni della vita e la capacità di empatizzare con gli altri.

La competenza emotiva favorisce la pro-socialità, chi la possiede intraprende relazioni positive con gli altri ed è propenso a iniziative di solidarietà.

La competenza emotiva favorisce il problem solvig e stimola il pensiero costruttivo.

Le persone “emotivamente intelligenti” accettano e regolano le proprie emozioni, empatizzano con gli altri e vivono una vita sociale estremamente gratificante.

L’educazione, alla conoscenza e regolazione delle emozioni, all’empatia e alla comunicazione empatica, potrebbe rilevarsi un’arma risolutiva per affrontare il disagio imperante nei condomini.

Inoltre, potrebbe dare un assist sostanziale alla piena attuazione dell’inclusione condominiale.

Il concetto di inclusione non presuppone alcun standard di “normalità” ma si attualizza in un contesto in cui la diversità è la regola e dove è abiurata l’idea di “normalità”.

Si riconosce eguale valenza a tutti i soggetti.

Nelle società condominiali contemporanee non è sempre socialmente uniforme le diversità a cui siamo esposti sono caratterizzate non solo da vicini stranieri, ma anche da italiani portatori di stili di vita e valori non conformi ai nostri.

L’amministratore di condominio che non acquisisce competenze emotive è inabilitato a gestire una realtà sociale così complessa avviandosi inesorabilmente verso le dimissioni o la revoca.

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