PREMIO AMMINISTRATORE DELL'ANNO 2023

L’attività di amministratore condominiale è in crescita, il mercato ha bisogno di molti professionisti della gestione immobiliare, le nuove opportunità date dalla legge di riforma del condominio, rendono sempre più residuale la gestione interna dei fabbricati, avvantaggiando la loro gestione professionale.
Il mercato chiede sempre più figure formate, specializzate ed aggiornate, in altre parole competenti.
Nella realtà l’attività di amministratore condominiale è un’attività molto complessa che impone competenze multidisciplinari.
La legge n°220 del  2012  ha rafforzato i caratteri professionali dell’attività, imponendo ai fini della nomina un titolo di studio e la frequenza di un corso di formazione e di  aggiornamenti annuali, delineando nel complesso una figura professionale autonoma, dotata di una propria struttura  organizzativa, organizzata su uno studio, coadiuvata da collaboratori e da segretari, in grado di ricevere incarichi da vari condomini.
L’amministratore di condominio opera all’interno di una struttura organizzativa complessa, strutturata e multidisciplinare. Avvalendosi tra l’altro della collaborazione di professionisti specializzati  a cui demandare le innumerevoli problematiche imposte dalla gestione immobiliare.
L’amministrazione di un condominio richiede competenze diverse. L’amministratore deve affrontare quotidianamente circostanze complesse che richiedono puntuali conoscenze in ambito; giuridico, contabile, gestionale, tributario, tecnico e cognitivo.
L’amministratore di condominio oltre a dirimere rapporti interpersonali potenzialmente conflittuali ha un’altra funzione, gestire i servizi comuni e la manutenzione del fabbricato.
Nella gestione del bene l’amministratore, oltre ad amministrare il fabbricato e quindi pianificare e realizzare un’efficiente gestione e manutenzione del medesimo, guida coordina e controlla anche un patrimonio umano dato dai condomini. Elemento fondamentale per acquisire la fiducia delle persone rimane innanzitutto la preparazione professionale.
Nella guida del bene amministrato, oltre a pianificare e realizzare un’efficiente gestione e manutenzione del fabbricato si necessita di coordinare e controllare anche un patrimonio umano, dato dai condomini.
Nella gestione di quest’ultimo si dovranno investire diverse strategie relazionali. Anche al fine di dirimere rapporti interpersonali potenzialmente conflittuali.
La professione di amministratore di condominio oltre a richiedere specifiche competenze giuridiche tecniche amministrative gestionali impone spiccate capacità relazionali,  in funzione delle interazioni quotidiane con i condomini.
Ogni singolo fabbricato gestito impone all’amministratore il confronto quotidiano con molte controparti, che, provengono da estrazioni sociali e culturali diverse ed alle quali giocoforza è obbligato ad applicare il sistema di regole, che, governa la convivenza condominiale. L’amministratore nella sua attività quotidiane deve negoziare in modo continuativo, cercando una obiettiva valutazione tra cosa dare e su cosa cedere, al fine di ottenere un accordo vantaggioso per la collettività condominiale, che egli rappresenta e che confida nel suo operato.

Proprio per incentivare la competenza dell’amministratore di condominio il M.A.P.I. in collaborazione con altri partners attivi nella realtà condominiale, promuove annualmente un premio dedicato all’amministratore di condominio dell’anno.
Il concorso presupporrà la redazione di un progetto che analizzi e sviluppi un tema della gestione immobiliare in modo innovativo condiviso e consapevole.
l progetti saranno giudicati da un comitato scientifico composto dai migliori esperti in materia condominiale, che individuerà l’amministratore di condominio dell’anno.
La selezione è riservata a tutti gli amministratori di condominio in regola con le prescrizioni del Decreto Ministeriale n°140 del 13 agosto 2014.
Il premio finale consisterà in una serie di utilità professionali del valore di mille euro.

Per l’anno 2023 l’amministratore di condominio candidato  dovrà elaborare ipotetico progetto, da applicare in un condominio amministrato, al fine di  favorire l’inclusione e la solidarietà tra i condomini, idonea a stemperare i continui conflitti tra i condomini.
Il condominio è una condivisione forzata di spazi, che, costringe a rapporti interpersonali non sempre di semplice gestione.
Nel condominio tendono a esprimersi tensioni familiari e sociali causate da disagi psicologici.
La professione di amministratore oltre a richiedere specifiche competenze giuridiche tecniche amministrative gestionali impone, anche, spiccate capacità relazionali e cognitive, specialmente in funzione delle relazioni con i condomini.
L’amministratore di condominio per dare corso al mandato ricevuto in modo compiuto dovrebbe avviare un progetto di educazione alla convivenza condominiale e i destinatari del progetto dovrebbero essere i condomini, partecipi consapevoli o inconsapevoli.
Il principale obiettivo del progetto dovrebbe essere la costruzione di relazioni gratificanti tra i condomini e tra i condomini e l’amministratore di condominio.
Come abbiamo detto la realtà condominiale è una realtà complessa dove si confrontano storie e vissuti diversi, culture diverse, approcci diversi e finalità diverse, come ogni società anche il condominio deve verificare quali sono le strategie necessarie per conservarsi.
Nel condominio inclusivo non basta integrare le diversità. Occorre fare spazio alla ricchezza della differenza, adeguando, di volta in volta, gli ambienti e le prassi, in base ad ogni specifica singolarità. Includere è ben più complesso che Integrare. Con l’inclusione non c’è emarginazione, le differenze culturali sociali ed economiche diventano risorse e conferiscono un valore aggiunto alla convivenza realmente consapevole.
In questo modo le problematicità della gestione condominiale tenderanno ad attenuarsi, poiché l’inclusione tenderà a smussare le diversità che creano emarginazione, e l’emarginazione non creerà ulteriori emozioni di rivalsa, idonee a rigenerare nuovi conflitti. Promuovere scambi sociali tra i condomini presenti nel fabbricato amministrato, con lo scopo di ottenere maggiore empatia e comprensione reciproca. Incentivare forme di dialogo tra i condomini, anche al di fuori dell’assise assembleare. Tutto ciò abbatte le barriere innalzate nei nostri fabbricati.

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